martedì 29 settembre 2015


Le recensioni di Simona

La bambola

di Daniela Jannuzzi





In un giorno qualunque Miranda esce in ritardo dal lavoro e, mentre corre per andare a prendere la sua bambina alla scuola di ballo – preoccupata per la reazione che potrebbe avere per i molti impegni della mamma, donna divorziata e lavoratrice – s’imbatte in un negozio che trova all’improvviso sulla sua strada ma che non ricorda di aver mai visto prima d’ora: La Piccola Bottega Dietro L’angolo, che all’apparenza sembra solo un negozio d’antiquariato mal organizzato.
Avvicinatasi alla vetrina, però, Miranda nota un oggetto che cattura subito la sua attenzione: una bambola di porcellana vestita in stile ottocentesco, curata in ogni dettaglio e tenuta a regola d’arte, che in qualche modo l’affascina. Tuttavia non ha ulteriore tempo da perdere e sta per andar via, quando un movimento attira di nuovo la sua attenzione e con la coda dell’occhio le pare di vedere il giocattolo muoversi. Guardando meglio la donna nota che qualcosa sul volto della bambola è mutato…

Atmosfera da brivido per un racconto incalzante. Una storia che fa rabbrividire.
Voto:

Inutile girarci intorno, ho una sorta di attrazione-repulsione per le bambole ottocentesche. Da un lato le adoro, ma soffermandomi a guardarle meglio mi sembra che osservino tutto ciò che sta loro attorno, pronte a sorridere all'improvviso e a farmi venire un colpo apoplettico. Per tale motivo, non le ho mai comprate né mai lo farò. Nonostante tutto, mi sento attratta dall'allure di fascino, mistero e orrore che le avvolge.
Questa volta, parliamo proprio di horror. Non è la prima volta che mi trovo a leggere una storia che ha per protagonista una bambola posseduta da un demone o un'entità malevola, ma questa Joy mi ha sconvolto. La trama tiene inchiodati alla lettura, sino allo sconvolgente finale. Storia trita? Forse, ma sempre d'effetto, almeno per i miei gusti.
«Vestita con un abito di foggia ottocentesca color rosa cipria, portava i capelli di una bellissima sfumatura di rosso, sciolti sulle spalle in lucenti boccoli».
Quanto può essere bella questa frase, ma allo stesso tempo inquietante? Immaginatela, adagiata elegantemente su una poltroncina con un vestito di seta elegante, i ricci rossi, il sorrisino a fior di labbra...e denti aguzzi pronti a mordervi nell'oscurità...
Quante di noi hanno posseduto una bambola del genere da piccole? Quante si sono nascoste sotto alle coperte per paura che potesse prendere vita e parlare, magari in tono non proprio amichevole, la voce un sibilo, gli occhi iniettati di sangue e le manine come artigli pronte a ghermire? Immaginazione...chissà...
Daniela Jannuzzi è riuscita a tenermi incollata sino alla fine nonostante lo stile sia ancora da migliorare e ci siano lacune nella narrazione. Ad esempio, chi è l'ometto che vende la bambola? Sarebbe stato bello approfondire la cosa, dare spessore a questo personaggio a mio avviso per nulla secondario. I passaggi e i cambi di set spesso sono descritti in modo troppo frettoloso, andavano pennellati con miglior cura per rendere l'atmosfera ancor più ossessiva.
Perché non coinvolgere un poco di più il padre della bambina, così troppo distaccato?
Amo l'horror in tutte le sue forme, ma fantasmi maligni, demoni ed entità soprannaturali mi coinvolgono in maniera globale.
Un elogio al finale: da pelle d'oca.
Per questo, mi sento di dare, ripeto nonostante non sia tecnicamente perfetto, tre stelle e mezzo a questo racconto, sicura che la Jannuzzi ci regalerà opere sempre più incalzanti e da brivido.






1 commento:

  1. Grazie mille per la bellissima recensione. Hai ragione, l'omino meritava più attenzione e se non gliene ho data è solo perchè, in origine, questo racconto doveva far parte di un'antologia a tema unico. Ma non è detto che non riprende questo progetto più in là. Mi ha fatto molto piacere avere un tuo parere su una mia storia e confesso che le bambole terrorizzano anche me.

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