Le recensioni di Simona
La bambola
La bambola
di Daniela Jannuzzi
In un giorno qualunque Miranda esce in ritardo dal lavoro e,
mentre corre per andare a prendere la sua bambina alla scuola di ballo –
preoccupata per la reazione che potrebbe avere per i molti impegni della mamma,
donna divorziata e lavoratrice – s’imbatte in un negozio che trova
all’improvviso sulla sua strada ma che non ricorda di aver mai visto prima
d’ora: La Piccola Bottega Dietro L’angolo, che all’apparenza sembra solo un
negozio d’antiquariato mal organizzato.
Avvicinatasi alla vetrina, però,
Miranda nota un oggetto che cattura subito la sua attenzione: una bambola di
porcellana vestita in stile ottocentesco, curata in ogni dettaglio e tenuta a
regola d’arte, che in qualche modo l’affascina. Tuttavia non ha ulteriore tempo
da perdere e sta per andar via, quando un movimento attira di nuovo la sua
attenzione e con la coda dell’occhio le pare di vedere il giocattolo muoversi.
Guardando meglio la donna nota che qualcosa sul volto della bambola è mutato…
Atmosfera
da brivido per un racconto incalzante. Una storia che fa rabbrividire.
Voto:
Inutile
girarci intorno, ho una sorta di attrazione-repulsione per le bambole
ottocentesche. Da un lato le adoro, ma soffermandomi a guardarle meglio mi
sembra che osservino tutto ciò che sta loro attorno, pronte a sorridere
all'improvviso e a farmi venire un colpo apoplettico. Per tale motivo, non le
ho mai comprate né mai lo farò. Nonostante tutto, mi sento attratta dall'allure
di fascino, mistero e orrore che le avvolge.
Questa
volta, parliamo proprio di horror. Non è la prima volta che mi trovo a leggere
una storia che ha per protagonista una bambola posseduta da un demone o
un'entità malevola, ma questa Joy mi ha sconvolto. La trama tiene inchiodati
alla lettura, sino allo sconvolgente finale. Storia trita? Forse, ma sempre
d'effetto, almeno per i miei gusti.
«Vestita con un abito di foggia ottocentesca color rosa cipria,
portava i capelli di una bellissima sfumatura di rosso, sciolti sulle spalle in
lucenti boccoli».
Quanto può essere bella questa frase, ma allo
stesso tempo inquietante? Immaginatela, adagiata elegantemente su una
poltroncina con un vestito di seta elegante, i ricci rossi, il sorrisino a fior
di labbra...e denti aguzzi pronti a mordervi nell'oscurità...
Quante di noi hanno posseduto una bambola del genere
da piccole? Quante si sono nascoste sotto alle coperte per paura che potesse
prendere vita e parlare, magari in tono non proprio amichevole, la voce un sibilo,
gli occhi iniettati di sangue e le manine come artigli pronte a ghermire?
Immaginazione...chissà...
Daniela Jannuzzi è riuscita a tenermi incollata
sino alla fine nonostante lo stile sia ancora da migliorare e ci siano lacune
nella narrazione. Ad esempio, chi è l'ometto che vende la bambola? Sarebbe
stato bello approfondire la cosa, dare spessore a questo personaggio a mio
avviso per nulla secondario. I passaggi e i cambi di set spesso sono descritti
in modo troppo frettoloso, andavano pennellati con miglior cura per rendere
l'atmosfera ancor più ossessiva.
Perché non coinvolgere un poco di più il padre
della bambina, così troppo distaccato?
Amo l'horror in tutte le sue forme, ma fantasmi
maligni, demoni ed entità soprannaturali mi coinvolgono in maniera globale.
Un elogio
al finale: da pelle d'oca.
Per questo, mi sento di dare, ripeto nonostante non
sia tecnicamente perfetto, tre stelle e mezzo a questo racconto, sicura che la
Jannuzzi ci regalerà opere sempre più incalzanti e da brivido.
Grazie mille per la bellissima recensione. Hai ragione, l'omino meritava più attenzione e se non gliene ho data è solo perchè, in origine, questo racconto doveva far parte di un'antologia a tema unico. Ma non è detto che non riprende questo progetto più in là. Mi ha fatto molto piacere avere un tuo parere su una mia storia e confesso che le bambole terrorizzano anche me.
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