domenica 25 agosto 2013

GIVEAWAY "TENTAZIONE E ORGOGLIO"

Un commento qui... Il mio libro in regalo alla vincitrice!
E QUANDO CI VUOLE...CI VUOLE!


TI PREGO LASCIATI ODIARE
Anna Premoli

Premio Bancarella 2013




Jennifer e Ian si conoscono da sette anni e gli ultimi cinque li hanno passati a farsi la guerra. A capo di due team nella stessa banca d’affari londinese, tra di loro è da sempre scontro aperto e dichiarato. Si detestano, non si sopportano, e non fanno altro che mettersi i bastoni fra le ruote. Finché un giorno, per caso, sono costretti a lavorare a uno stesso progetto: gestire i capitali di un nobile e facoltoso cliente. E così si ritrovano a dover passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l’orario d’ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di Londra e le sue “frequentazioni” non passano mai inosservate: basta un’innocente serata trascorsa in un ristorante, per farli finire sulla pagina gossip di un noto quotidiano inglese. Lei è furiosa: come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto sorpreso: le foto con la collega hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta indecente: le darà carta bianca con il facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ben presto però, quello che per Jennifer sembrava uno scherzo, si rivela più complicato del previsto e un bacio, che dovrebbe far parte della messa in scena, scatena brividi e reazioni del tutto inattesi…

DA LEGGERE? ASSOLUTAMENTE SI' 


«Fu il sangue mio d'invidia sì riarso che se veduto avesse uomo farsi lieto, visto m'avresti di livore sparso. (Dante Alighieri, Purgatorio, XIV, vv.82-84).

L'invidia



Mi piace spendere qualche parola su questo sentimento al giorno d'oggi così diffuso: ne siamo circondati, vittime anche inconsapevoli di cuori neri, arsi dalla rabbia, insoddisfatti dalla vita. In modo più approfondito l'invidia può essere definita come il
« rammarico e risentimento che si prova per la felicità, la prosperità e il benessere altrui, sia che l'interessato si consideri ingiustamente escluso da tali beni, sia che già possedendoli, ne pretenda l'esclusivo godimento... è il desiderio frustrato di ciò che non si è potuto raggiungere per difficoltà o ostacoli non facilmente superabili, ma che altri, nello stesso ambiente o in condizioni apparentemente analoghe, ha vinto o vince con manifesto successo. »
L'invidia genera non solo dolore, ma anche «tristezza per i beni altrui» che l'invidioso vorrebbe per sé poiché giudica che l'altro li possegga immeritatamente e debba essere punito per questo con l'espropriazione.
Tra i filosofi greci Epicuro,  in rilievo il danno morale e l'inutilità di colui che invidia
« Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano. »
Nella dottrina cristiana l'invidia compare fin dai tempi biblici con il fratricidio di Caino invidioso dell'amore di Dio per Abele . Lo stesso vizio capitale attraversa Antico Testamento, che lo definisce «carie delle ossa», per giungere fino al Nuovo dove Cristo viene dato a Pilato che «sapeva bene che glielo avevano consegnato per invidia».
L'invidia è dunque il «peccato diabolico per eccellenza» per Sant'Agostino poiché, come nota San Basilio, Caino vittima e discepolo del diavolo ha fatto sì che «la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo»

I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili.
Dal Film Il Mago di Oz





sabato 24 agosto 2013





A chi mi ama e a chi no, a chi mi legge ogni giorno apprezzando il mio lavoro. A chi mi vuole bene e mi resta accanto ogni momento. A chi non mi gradisce, perchè rispetto anche i nemici. E soprattutto auguro proprio a tutti...la FELICITA'



QUALCOSA DI ME...





In esclusiva per le sue tantissime lettrici di Harlequin Mondadori, Simona Liubicich condivide con noi alcuni pensieri molto personali.
Come mi è venuto in mente il mestiere dello scrivere, narrare di storie d'amore e avvicinarmi a questa professione così esaudente ma allo stesso tempo importante e laboriosa? Non è una domanda banale alla quale rispondere, poiché ci sono moltissime rifiniture che mi hanno portata a essere oggi quella che sono, una scrittrice Harlequin Mondadori. E ne vado profondamente orgogliosa.
Il mio primo libro, un romance contemporaneo ambientato durante la guerra d'Iraq, è stato il primo faro, la luce che ha illuminato la mia strada, in salita. Non era certo un'opera di gran narrativa e se lo rileggo oggi, dopo anni, sbigottisco. Ridondante e zeppo di refusi. Ma mi è servito, mi ha aperto un varco magico e fatto comprendere che cosa volevo veramente da me stessa e dalla vita. Io volevo fare la scrittrice.
Racconto tutto questo per rendere comprensibile alle lettrici che tale percorso è duro e profondamente selettivo. Non ci si adagia mai sugli allori, si lavora di continuo, con il cuore e con la mente. E soprattutto non ci si gloria mai né si decanta il proprio lavoro. "Umiltà" è la mia parola d'ordine.
Una coincidenza fortuita fu la decisione di partecipare a un convegno attinente il romance. Conobbi scrittrici famose del calibro di Mariangela Camocardi, Teresa Melville e altre: soprattutto fui coinvolta intensamente dal romance storico, che non avevo mai preso in considerazione. E proprio da lì partì l'idea di un uomo, un bellissimo uomo biondo, un amabile dissoluto. Simone Aldobrandini. E, attenzione: non gradivo il maschio perfetto perché il prototipo alpha non mi interessava. Io desideravo narrare dei suoi difetti, volevo che commettesse errori ma allo stesso tempo fosse capace di farsi perdonare e amare incondizionatamente una donna, per sempre. Una donna che doveva essere in grado di tenergli testa, una come Costanza Balbi: bella, indomita e reticente alle regole dell'etichetta. I miei personaggi non rientrano nel cliché di comportamento al quale ci si doveva attenere in quel periodo: è un particolare che ho voluto personalmente sottolineare, e so che non è apprezzato da tutti. D'altronde, io non credo affatto che tutti i nobiluomini e le nobildonne fossero mummie ingessate!
Comunque, buttai giù una prima stesura del romanzo, ma devo confessare che i dubbi che mi assalivano erano davvero molti.
Volevo puntare in alto, arrivare a una casa editrice famosa ma allo stesso tempo ero conscia di quanto fosse difficile arrivarci. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto rinunciare, ma ho avuto intorno a me persone che mi hanno aiutato, che mi hanno spronato ad andare avanti, soprattutto mio marito Francesco, il mio grande amore, che ha sempre creduto in me.
Un giorno, l'annuncio del Women Fiction Festival di Matera mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Lessi ogni particolare con interesse quasi morboso e Mariangela Camocardi mi suggerì di tentare, dicendomi che il Festival portava fortuna. Così mi iscrissi e decollai con il mio manoscritto e un appuntamento con due case editrici, una delle quali era Harlequin Mondadori. Nella fattispecie stavo per avere un colloquio con Alessandra Bazardi, Editorial Manager Harlequin.
In sintesi: ero morta di paura!
Non posso, né potrò mai spiegare a parole che cosa si prova durante l'attesa, con quel libro stretto tra le mani come fosse il gioiello più prezioso al mondo. Consegnai la sinossi e i primi tre capitoli. Mi fu chiesto di attendere: era settembre.
Quando ormai non ci speravo più, tre mesi più tardi, il giorno dell'antivigilia di Natale, il mio cellulare squillò.
"E' bello" mi disse Alessandra, e io iniziai a piangere. Era un regalo di Natale meraviglioso. Il mio sogno si avverava!
"Seduzione e vendetta" è stato pubblicato a luglio del 2012 e stando ai numeri di vendita, il mio primo libro per Harlequin è giunto secondo in classifica Passion 2012: davvero un grande traguardo per un'esordiente.
Simone ha fatto breccia in molti cuori. Certo, è stato anche aspramente criticato. Ma si sa, non si può piacere a tutti...
Simona