martedì 20 gennaio 2015



"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita": è possibile assicurare a tutta l'umanità un'alimentazione, buona, sana, sufficiente e sostenibile? Cibo e sostenibilità saranno i temi di ‪#‎Expo2015‬, dove visitatori e partecipanti si confronteranno con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra
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Non è forse vero che "la felicità sta nel gusto e non nelle cose [..]" ? Allora, senza ombra di dubbio, ogni cibo che ci piace ci può rendere felici dandoci una sferzata di allegria e di energia ...rigorosamente  sostenibile!
Ci sono alimenti che hanno effetti benefici sulla nostra psiche grazie al loro contenuto nutrizionale o perché associati ad un gusto particolarmente gradito o perché rendono ancor più lieta e divertente una festa di compleanno o una vacanza. Perché privarsene? Sia per i fans golosi dei cibi zuccherini (dalle torte della nonna, ai biscotti, alle caramelle) che per i fautori del sale, attratti solo dai cibi salati, ci sono tantissime soluzioni gustose ma allo stesso tempo salutari. La novità è nella scelta! Per aumentare il nostro stato d'animo e sorridere alla vita non serve cercare lontano o mettere in tilt i nostri livelli di colesterolo ma è sufficiente assaggiare cibi che facciano bene a noi e alla nostra felicità.
Eccone alcuni:

1) Farina d'Avena e cereali integrali

I prodotti a base di farina d'avena e altri cereali integrali sono ricchi di vitamina B1 o tiamina, acido folico e zinco : componenti nutritivi importanti per aiutare a migliorare l'umore e a combattere la depressione. Ci danno tanta energia per affrontare ogni tipo di ostacolo.

2) Semi di zucca

Per 100 g di prodotto non salato (poco meno di una tazza) si hanno 0,569 g di triptofano, un amminoacido necessario per la produzione di serotonina. Per non alterare i valori della pressione sanguigna è meglio sgranocchiare quelli non salati , si trovano facilmente in commercio senza sale e tostati. Per altri cibi ricchi di triptofano vedi la tabella

3- Spinaci

Era forse depresso braccio di ferro? Certo che no. Ecco svelato il segreto della sua forza: sia per il contenuto di vitamine (E, K, B1, B2, B6, PP, A, C), di sali minerali (rame, fosforo, zinco, calcio, potassio) che di acido folico questo alimento aiuta a proteggere il nostro sistema immunitario, fortificando il nostro organismo e favorendo la formazione di globuli rossi. L'alto contenuto di acido folico lo rende un cibo ideale per aiutare a superare le forme depressive.

4- Sardine Fresche

Ricco di omega-3  è uno dei principali alleati contro la depressione, le malattie cardiache e l'ictus. Via libera anche ad alici, aringhe, sgombri purché pescati con criteri sostenibili: con tecniche responsabili che non ledano l’importante equilibrio fra pianeta, uomo e piatto. Le sardine sono tra quei pesci che rientrano maggiormente nella pesca secondo la filosofia slow fish  Non ditemi allora che non vi rende contenti un buon piatto di pasta con le sarde pescate pensando alla salute del mare e delle sue specie. E il sorriso vien da sé ...

5- Fragole

Una tira l'altra e con un po’ di panna sfiora l'afrodisiaco. Anche la passione non guasta se accompagnata da un ottimo contenuto in antiossidanti micronutrienti che migliorano l'umore e la memoria e rendono il cervello giovane. Gli alleati delle fragole per la battaglia contro i radicali liberi sono anche i mirtilli, le prugne, frutta e verdura in genere.

6- Cioccolato  Fondente

Ultimo ma non meno importante anzi primo in classifica come fonte di felicità, il cioccolato stimola le endorfine aumenta i livelli di serotonina e ha alti contenuti in antiossidanti. Considerato come l'antidepressivo naturale per eccellenza non ci resta che abbandonarci al profumo del cacao e al sapore irresistibile di una tavoletta di cioccolato fondente, il massimo se biologico !
E credete, con molto poco, anche la felicità è servita!

Michela Silvestri

lunedì 19 gennaio 2015

ESSERE VEGETARIANI: PASSIONE O SCELTA DI VITA?



Il vegetarianismo (da vegetariano, adattamento dell'inglese vegetarian), o vegetarismo, nell'ambito della nutrizioneumana, designa un insieme di diverse pratiche alimentari accomunate dalla rigorosa esclusione delle carni di qualsiasi animale.

Nel vegetarianismo si distinguono il latto-ovo-vegetarianismo, il latto-vegetarianismo, l’ovo-vegetarianismo, il vegetalismo o veganismo dietetico, il crudismo vegano e il fruttarismo. Coloro che seguono queste pratiche alimentari sono classificati comunemente come vegetariani.
Il termine italiano vegetarianismo deriva da vegetarianoneologismo diffusosi agli inizi del XX secolo come adattamento dell'inglese vegetarian, a sua volta derivato davegetable (che vive e cresce come una pianta), dall'antico francese vegetable (vivente, degno di vivere) con radice dal latino vegetus (sano, attivo, vigoroso). Di uso comune per indicare il vegetarianismo è anche la forma abbreviata vegetarismo, mentre il termine vegetarianesimo è di uso improprio, anche se a volte viene usato in ambito religioso per indicare pratiche alimentari differenti ma comunque implicanti sempre l'astensione dal consumo di carni.Le diete vegetariane più diffuse sono basate su cereali, legumi, verdura e frutta (sia fresca che secca) e, in misura ridotta, comprendono latte, latticini e uova per coloro che ne fanno uso. Molti prodotti comunemente usati in una dieta vegetariana sono normalmente diffusi in tutto il mondo, ad esempio pastapanerisofagioli o piselli. Molti altri prodotti, non indispensabili ai fini dell'equilibrio della dieta ma comunque solitamente usati nella preparazione dei pasti vegetariani, sono invece normalmente assenti in una classica dieta occidentale e appartengono ad altre tradizioni quali quelle dei paesi asiatici, arabi, centro e sud americani o dell'area mediterranea, configurando così le diete vegetariane come diete multietniche e senza barriere nazionali. Ad esempio, troviamo cereali come kamutmiglio e quinoa, preparazioni a base di cereali quali bulgurcous-cous e seitansoia e prodotti a base di soia (tofutempeh e proteine vegetali ristrutturate), alghe alimentari, semi oleaginosi di varia natura (anche sotto forma di crema, come il tahin), condimenti come shoyumiso e tamari, dolcificanti come il malto. Prodotti a base vegetale, quali ad esempio hamburgeryogurt o latti vegetali, possono essere usati in sostituzione dei corrispettivi prodotti con carne, latte e uova.
I carboidrati, contenuti per la maggior parte nel regno vegetale, e in particolare quelli assimilabili nei cereali (e negli ortaggi e nella frutta per quelle diete vegetariane prive di cereali), costituiscono il principale componente di una dieta vegetariana e la maggiore fonte energetica, così come correttamente previsto nell'ambito di una dieta ben bilanciata. Le diete vegetariane risultano generalmente adeguate nei livelli di proteine e, in particolare le diete vegane, hanno tipicamente un contenuto medio di grassi, grassi saturi ecolesterolo minore e un maggiore apporto di grassi polinsaturi. Diversi studi hanno suggerito che i vegetariani (e soprattutto i vegani) tendano ad avere livelli ematici di EPA e DHA inferiori ai non-vegetariani, anche se in uno studio più recente i livelli di EPA e DHA nei vegetariani sono risultati maggiori a quelli dei non-vegetariani e pressoché identici a chi consuma frequentemente pesce[38].
Le diete vegetariane risultano generalmente adeguate anche nei livelli di calcio (sebbene gli introiti di calcio dei vegani possono risultare al di sotto dei livelli raccomandati e vitamina D; rispetto alle diete a base di prodotti animali, si presentano ricche in magnesio, potassio, vitamina B9, vitamina C e vitamina E e, in particolare le diete vegane, hanno tipicamente un maggiore apporto di fitocomposti e fibra. Sebbene gli adulti vegetariani presentino più bassi depositi di ferro rispetto ai non-vegetariani, i loro livelli sierici di ferritina si collocano usualmente all'interno del range di normalità. Gli studi sull'adeguatezza dell'apporto di zinco tra i vegetariani occidentali hanno dato risultati contrastanti, in quanto alcuni studi riferiscono assunzioni di zinco congrue con le raccomandazioni, mentre altri studi hanno rilevato assunzioni di zinco significativamente ridotte. Non c'è comunque riscontro di deficienze conclamate di zinco nei vegetariani dei paesi occidentali.
Poiché nessun cibo di origine vegetale può essere considerato una fonte affidabile di vitamina B12, i vegani e altri vegetariani stretti possono ottenere questa vitamina con l'uso di cibi addizionati quali latti vegetali, cereali per la colazione o prodotti a base di soia. Poiché l'utilizzo costante di tali prodotti può risultare poco pratico, medici e ricercatori che si occupano di nutrizione vegetariana consigliano l'uso (giornaliero o settimanale a seconda del prodotto scelto[51]) di un supplemento vitaminico di B12.
PERCHE' VEGETARIANI?

Le ragioni che comunemente sono alla base di una scelta vegetariana includono motivazioni etiche di rispetto per la vita animale, principi religiosi, attenzione per la salute e preoccupazione per l'ambiente. Tali motivazioni non sono tutte necessariamente adottate insieme, e anche se spesso due o più di loro possono coesistere negli stessi soggetti, solitamente una prevale sulle altre. Inoltre, l'influenza delle diverse motivazioni può variare in relazione al sesso (ad esempio in Italia la scelta etica è più sentita tra le donne, mentre gran parte degli uomini scelgono di seguire un regime vegetariano per il benessere fisico e una maggiore attenzione per la salute), al paese (ad esempio in India la motivazione religiosa è quella prevalente), nonché in relazione allo specifico regime vegetariano: il latto-ovo-vegetarianismo e le sue varianti latto-vegetarianismo e ovo-vegetarianismo sono adottati per lo più per ragioni religiose e/o salutistiche, il vegetalismo principalmente per ragioni etiche di rispetto per la vita e la sofferenza degli animali, il crudismo vegano soprattutto per ragioni salutistiche, il fruttarismo per questioni religioso-spirituali.