RIFLESSIONI...DI ELISABETTA DE DOMINIS
Abbiamo sentito un crack sul tetto stanotte. La terra ha tremato in Friuli come nel maggio del ‘76, anno horribilis.
L’anno in cui venne svalutata la lira del 12 per cento e il governo approvò misure d’austerità. La famosa “austerity”. Ricordo che, a secondo delle targhe auto col numero finale pari o dispari, il week-end si andava alternativamente in bicicletta per risparmiare sulla benzina. Ma chi aveva 3 o 4 auto in famiglia, in bici non ci andava. Le copie del film “Ultimo tango” di Bernardo Bertolucci vennero bruciate, ma non prima che mezza Italia avesse sognato un amante come Marlon Brando. La tv ci propinava l’orribile scelta tra Berlinguer, Moro e Andreotti… il compromesso storico stava per essere sfornato: tanti mezzi uomini, incapaci di governare, si univano in nome della democrazia e ci costringevano a un’unione disgustosa dove “finalmente” i comunisti sarebbero entrati nel governo. La morte di Moro due anni dopo ci salvò dall’inciucio, ma ormai i comunisti erano sdoganati.
Ora nuovamente in nome di una democrazia senza opposizione, Bersani e Berlusconi vorrebbero governare tutti insieme “spassionatamente” per il bene del Paese. O per il bene della partitocrazia italiana che rischia di essere spazzata via per sempre? Se finora abbiamo subito un governo disastroso alla volta, adesso un governo pd-pdl di larghe intese ci potrebbe condurre alla catastrofe totale. Ci stiamo già avviando con i suicidi di tanti imprenditori che non ce la fanno più a sopravvivere, mentre i politici da 45 giorni discutono di aria fritta.
Bersani non si sente ancora vecchio ed è geloso di Renzi, tuttavia non si fida di sposarsi con quel viveur del Cavaliere: vorrebbe stipulare un contratto pre-matrimoniale dove il coniuge si astiene dal mettere il becco e dal farlo becco… Compromesso asessuato? Ha esordito appunto così: “Anch’io ho una proposta di larghe intese: un governo di minoranza come nel ’76, quando uno governava e gli altri consentivano di governare”. Sì, astenendosi in Parlamento… Ma il governo Andreotti aveva il 39 per cento, mentre Bersani non arriva al 27. Fantascienza.
Colui che voleva smacchiare il giaguaro è stato costretto ad uscire dalla sua tintoria e andarsi a prendere il nubendo: “Ti conosco mascherina…” ha detto flebilmente al furbissimo felino che si scostava per fargli strada: “Prego, Bersani, salga al Colle”. Ma questi si è schermito. Enrico Letta, quasi commosso, ha commentato: “La chimica è stata buona”. Chissà se i due saliranno sul lettone di Putin e partoriranno un governo animalier in perfetta tendenza chip and chic made in Italy, collezione “miseria e nobiltà” estate 2013… Carnevalate politiche sulla pelle della gente.
La strada verso il Colle è libera per il Cavaliere, il quale tuttavia sta sull’albero sornione e osserva passare i suoi rivali: Prodi che parla diverse lingue ma risulta incomprensibile anche in italiano, Grasso di nome e di fatto perché si vorrebbe già allargare dal Senato al Quirinale, Amato il cui costume di grillo parlante non è più amato essendo arrivato in piazza Grillo in carne ed ossa, D’Alema che sa solo andare in barca e Barca che è appena traghettato dal governo Monti al Pd…
Avendo notato che il numero 13 ricorre in modo sinistro, non ci resta che affidarci ai calcoli esoterici: dal compromesso storico del '76 (7+6= 13) siamo arrivati, compromessi in Europa, al 2013: secondo anno horribilis. Maroni ha sventolato sulla Padania 13 diamanti recuperati dal tesoriere della Lega Belsito offrendoli ai militanti celtici, che ha chiamato “i veri diamanti”… Illegali alchimie leghiste.
Papa Bergoglio, salito al soglio pontificio il 13-3-2013, è l’unica certezza che abbiamo in Italia per non precipitare nello sconforto della maledizione del numero 13: il 13 ottobre del 1307 vennero arrestati i templari e il 13 dei tarocchi è la figura malefica dell’innominato… Chi ci arriverà al governo?
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