venerdì 21 ottobre 2011

“Lara Adrian, rivoluzione del mondo dei vampiri”
Di Simona Liubicich
                          Lara Adrian

Oggi voglio affrontare il mio mito, la mia autrice preferita del paranormal, colei che mi ha tenuta inchiodata per notti intere a leggere, leggere sinché non arrivavo alla fine dei suoi strabilianti libri. Sto parlando nientemeno che di LARA ADRIAN, la scrittrice che ha “sfondato” letteralmente nel mondo della letteratura vampiresca, vendendo milioni di copie tradotte in tutto il mondo. Serie urban fantasy per pubblico adulto (come madre io lo sconsiglio vivamente ai minori per le scene molto esplicite di sesso), narra la saga della Stirpe, vampiri discendenti da una razza aliena approdata sulla terra centinaia di anni prima, idea peraltro secondo il mio modestissimo parere, geniale, che sfata il mito del vampiro come creatura sovrannaturale generata da mere fantasie popolari. Una razza diversa quindi, assolutamente veritiera, non umana ma proveniente da un mondo lontano dal nostro e incrociatasi con femmine umane generando questi mitici maschi alfa che tanto fanno sospirare le donne di tutto il mondo. Midnight Breed è il nome originale della saga, la serie paranormal che ha scalato le vette delle classifiche ed edita in Italia da Leggereditore. Lara Adrian vive negli Usa, New England col marito; un paese pervaso da atmosfere a volte fosche e surreali, dove l’ispirazione per ambientazioni oscure certo non manca mai. Beata lei!
Ho avuto il piacere di conoscerli entrambi  a Matera durante l’ultima edizione del Women’s Fiction Festival. E ‘una donna stupenda, una gran signora che io paragono con la mia “musa”, Mariangela Camocardi; nonostante sia famosa in tutto il mondo non si dà arie da diva, è simpatica e semplice ma ciò che mi ha colpito di più è stata la sua professionale puntualità all’appuntamento per l’intervista, dove io attendevo in prima fila, trepidante. Ha raccontato, supportata da un’interprete simultanea, di quando scriveva sin da bambina storie di vampiri, una passione che l’ha sempre accompagnata. E’ stata ispirata dalle opere del “mostro sacro” Bram Stoker ma anche da Anne Rice, pervasa dal desiderio d’esplorare il mondo oscuro delle nostre paure più nascoste, il buio e le creature che lo popolano e di vivere un’avventura senza fine, certamente rischiosa ed imprudente ma altamente sensuale con un maschio pervaso da poteri sovrannaturali e da zanne lunghe ed affilate, sessualmente provocante nella sua temibilità.
                                                                   Io e Lara al Women’s Fiction Festival di Matera
I manoscritti restarono a lungo nel cassetto dei sogni, sinché un giorno fu proprio suo marito a consigliarle di farli leggere ad un editore; da lì il passo fu breve anche se all’inizio Lara combatté per le idee in cui credeva fermamente. Non è molto tempo che il genere paranormal si è affermato con forza nel mondo della letteratura ed all’inizio veniva guardato con circospezione ed occhio molto critico dal pubblico. Ma aveva ragione lei; i suoi libri hanno fatto il giro del mondo! Colmi d’azione sin dalle prime pagine, coinvolgono il lettore in trame intricate dove spesso la vendetta è il filo conduttore della storia ma anche dove inesorabilmente l’amore mette i bastoni tra le ruote in modo appassionante e mai scontato. Tutti i suoi personaggi sono particolari, tenebrosi, terribilmente affascinanti e pervasi da tormenti dell’anima e doni oscuri che talvolta si rivelano meravigliosi come quello di Nikolai, che controlla la natura.
Ogni personaggio trattato si rincontra piacevolmente nei libri successivi, costruendo una sorta di famiglia allargata dove le donne, e qui parliamo di donne particolari poiché geneticamente predisposte per accoppiarsi con questi “alieni”, hanno la loro parte molto importante, e spesso la fanno da padrone! Come i maschi della Stirpe, anche ognuna di loro  è dotata di poteri “supernatural”, doni particolari che hanno ereditato geneticamente e che le rendono diverse dalle umane normali, perfette per i maschi della Stirpe. Inutile dire che le storie si intrecciano in una rocambolesca avventura, in uno scontro-incontro di due anime tormentate che alla fine inesorabilmente vengono travolte dalla passione legandosi per la vita, anzi per l’eternità, poiché bevendo il sangue dei loro compagni il metabolismo delle femmine rallenta sino al punto di preservare la loro giovinezza e bellezza (accidenti, questa fortuna a me non è toccata…non avrò il gene adatto! J).
In ordine di apparizione di seguito trovate la serie completa di Lara; ovviamente consiglio di iniziare la lettura dal primo libro per non perdere il filo logico della storia.
1                   IL BACIO DI MEZZANOTTE – Lucan e Gabrielle
2                   IL BACIO CREMISI – Dante e Tess
3                   IL BACIO PERDUTO – Tegan ed Elise
4                   IL BACIO DEL RISVEGLIO – Rio e Dylan (Il mio preferito J)
5                   IL BACIO SVELATO – Nikolai e Renata
6                   IL BACIO ETERNO – Andreas e Claire
Pubblicati negli USA ed ancora in attesa in Italia
7                   SHADES OF MIDNIGHT – Kade e Alexandra
8                   TAKEN BY MIDNIGHT – Brock e Jenna
9                   DEEPER THAN MIDNIGHT – Hunter e Corinne
10                 TASTE OF MIDNIGHT – protagonista Danika
11                 DEEPER THAN MIDNIGHT – protagonista Sterling Chase
La mia copia autografata, una reliquia


Alla fine di tutto questo discorso che vi devo dire? Il mio libro preferito è quello di Rio; caldo, struggente ed appassionante, mi ha coinvolta profondamente sino alla fine. In ogni modo, data la mia passione per i vampiri sin da bambina e cosa che preoccupava notevolmente mia madre (ma si è dovuta rassegnare), non potevo che apprezzare questa saga stupenda, scritta da una donna che mi ha colpita davvero e che spero di rincontrare per continuare la simpatica chiacchierata post intervista che abbiamo intrapreso!
Simona
        


Recensione
"Anche il caviale stanca" di Mariangela Mianiti

Devo confessare che ho assistito personalmente alla presentazione di questo libro al Women’s Fiction Festival di Matera e da subito ne sono rimasta incuriosita. Solo il titolo attirava da sé la mia attenzione, proprio come il caviale che io peraltro adoro; non avrei mai pensato però, che come dice il proverbio, “non è tutto oro ciò che luccica”. Mariangela Mianiti, la scrittrice, mi ha spiazzato con questo romanzo che in chiave quasi comica narra una realtà disarmante, un’ironia della sorte che coinvolge una donna che ha sempre vissuto nel lusso più sfrenato e da un giorno all’altro si ritrova a dover fare letteralmente i conti con quella che è la vera realtà della vita.
Prunella, questo è il nome della protagonista, è una straviziatissima snob milanese, ricca a tal punto che non sa neppure come fare una spesa al supermercato. Moglie di un banchiere e madre di due figlie dai nomi alquanto “teatrali” come Dafne e Opale, vive la sua vita ovattata in una villa da sogno in città, tra shopping sfrenati e centri benessere. “I mariti ricchi li hanno inventati per essere rapinati” afferma, con una disarmante trasparenza che la rende simpatica al lettore, nonostante il suo modus vivendi così al di sopra delle righe. Ma il destino, sempre in agguato dietro l’angolo, da un giorno all’altro capovolge completamente la sua vita. Giulio, il marito ricchissimo, viene inquisito per bancarotta ed indovinate che fa? Fugge all’estero, abbandonando moglie e figlie al loro destino ma in modo particolare…senza soldi da spendere!
Prunella deve iniziare a fare i conti con uno stile di vita completamente opposto a quello al quale era beatamente abituata, alla mancanza di soldi ed alla necessità di trovarsi un lavoro. Senza fare spoiler posso affermare che combinerà più disastri di quanto possiate immaginare ma un lieto fine accompagna il romanzo, del quale non vi racconterò nulla ma consiglio vivamente di leggerlo. Disarmante, ironico ed a tratti sconvolgente, vi trascinerà sino alla fine.
Simona

martedì 18 ottobre 2011

"Premio Romance"

Un'occasione da non perdere questa, offerta dalla collaborazione tra Romance Magazine e I Romanzi Mondadori; un concorso dedicato a racconti di narrativa romantica che le aspiranti scrittrici non potranno ignorare. Il tema del racconto è assolutamente libero purchè in chiave romance. Il vincitore della "tenzone" sarà pubblicato nientemeno che su uno dei "Romanzi Mondadori" e sulla "Romance Magazine"aprendosi un varco alla scalata del mondo della scrittura.
Questo il bando completo del concorso
Vinca la migliore!

martedì 11 ottobre 2011

"Transilvania love" di Karinee Price
Recensione a cura di S.Liubicich


“Sappi dunque che dal gran silenzio ritornerò…
Non dimenticare che a te verrò di nuovo…
Un breve momento, un po’ di riposo nel vento,
e un’altra donna mi porterà in grembo…”
Kahlil Gibram
Queste le parole che per prime mi colpiscono nel  libro di Karinee; la citazione di un poeta che spezza le barriere del tempo, destinato a sopravvivere in eterno. I suoi versi inneggiano alla vita che si ripete, si rigenera e continua all’infinito; una prefazione perfetta per il contenuto di questo testo che ho letto con crescente ammirazione per la scrittrice che a mio avviso merita un posto ufficiale nell’universo della letteratura romance. Di emergente non si può più parlare ormai; Karinee è una scrittrice, è una donna che sa mettere mano alla penna virtuale e trascrivere su carta sentimenti, passioni, dolore e speranza.
“Transilvania love” narra la storia di Bea, una giovane donna con un passato di sofferenza celato dietro la perdita dei suoi genitori quando era ancora una bambina. La morte dell’amata nonna che l’ha cresciuta con un’educazione affettuosa e di vecchio stampo, rendendola differente rispetto le ragazze della sua società, la spinge alla ricerca di qualcosa di diverso. Ed è in un parco che Bea incontra un uomo all’apparenza piacevole, Giulio, col quale inizia una storia che sembra mossa da amore reciproco. Ma da qui parte la corsa verso il passato che ritorna, inesorabile, oscuro, denso di mistero e avvenimenti che hanno dell’incredibile. Il viaggio in Transilvania, il Carpat Trophy, la spedizione alla quale Bea riesce ad accodarsi è la rampa di lancio per la ricerca di sé stessa, in un susseguirsi di colpi di scena in una terra considerata maledetta. Ben presto, lungo la strada della verità, affascinante ed allo stesso tempo  sinistra, diversi personaggi si aggiungono alla vicenda, dove non tutti sono quelli che asseriscono di essere, dove poteri soprannaturali si alternano alle notti di luna piena ed ai boschi inquietanti, dove qualcuno attende l’arrivo di Bea immerso  in un’atmosfera surreale,  incastrando i tasselli di un puzzle che lasciano il lettore in attesa del gran finale, sfogliando pagina dopo pagina senza potersi staccare, come è successo a me. Nell’oscurità anche l’amore, quello vero, attende; un amore che ha superato le barriere del tempo attraverso i secoli per essere ricongiunto e finalmente appagato…Attende anche la morte, sinistra, pericolosa e mossa da odio atavico ma qui non vi parlerò dei particolari della trama, poiché sarebbe fare spoiler su un libro che forse non avete ancora letto. Vi consiglio quindi di acquistare “Transilvania Love”; non vi deluderà così come non ha deluso me…
Simona Liubicich

Recensione di "Vegliando oltre il cancello" di Giampaolo Balsamo per June Ross Blog.


“Una storia che ha dell’inverosimile”…Queste sono le parole che per prime giungono alle mie labbra se ripenso a ciò che ho letto in questo libro di Giampaolo Balsamo, cronista della nera per “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Un autore, oltre che un professionista del settore, che ha saputo cogliere la vena di sgomento e di follia della storia, scrivendo di questa vicenda realmente accaduta nell’agosto del 2007.  Non solo un fatto di cronaca quindi, ma una faccenda narrata nei particolari, perché chi legge possa comprendere sino a che punto può arrivare la mente umana e l’indifferenza che circonda la nostra società. Tre sorelle del Sud, una mesta novella di abbandono, di orrore che ha scosso la mia anima pagina dopo pagina, in un crescendo di emozione e tristezza.
Lo sfondo è quello di un’Italia meridionale immersa nel mese d’agosto; immaginate la torrida campagna pugliese, le cicale che friniscono sotto il solleone, il mare azzurro ed i profumi selvatici che inebriano le narici…Un panorama suggestivo, unico ed affascinante;  il nostro sguardo si posa incuriosito su una villa sita lungo la strada che porta a Canne della Battaglia; un’abitazione un tempo certamente decorosa, ora però in stato di totale abbandono, quasi sommersa da questa natura invadente. Varcato il cancello ci immergiamo in un’atmosfera ai limiti della follia umana più recondita. Una donna anziana, ridotta a poco più di una larva, i capelli bianchi che le scendono disordinatamente sulle spalle, la mente obnubilata dagli orrori della solitudine e da allucinazioni mistiche, veglia i cadaveri delle due sorelle morte  da quattordici mesi…
Ecco, questo è l’inizio di questo romanzo, di questa storia assurda che pare non avere una soluzione logica ma solamente molte supposizioni…Quando la polizia varca il cancello della casa in contrada Antenisi, lo spettacolo che si ritrova dinnanzi è a dir poco raccapricciante; Stefania Tupputi, l’unica sopravvissuta alle tre sorelle, veglia i cadaveri ormai in avanzato stato di decomposizione delle altre due, ritrovati uno su un divano e l’altro nella veranda della villa sotto un cumulo di rifiuti. Carcasse di animali morti in via di putrefazione sono sparsi all’interno ed all’esterno della villa insieme a rifiuti di ogni genere, mentre il tanfo di deiezioni e morte aleggia ovunque, rivoltante. La “casa degli orrori” ha un aspetto sconcertante. Stefania non è lucida e seguendo il racconto di Giampaolo molti sono i fattori che avrebbero potuto condurre la povera donna ad una situazione del genere; dal trasferimento da un appartamento nel centro di Barletta sino alla frequentazione di una congrega religiosa, i “Carismatici”, movimenti di tipo cattolico che professano l'azione dello Spirito Santo nella propria vita. Essi ritengono che le manifestazioni di esso, come parlare in diverse lingue sconosciute od operare guarigioni miracolose, siano possibili per coloro che professano questa fede. I ritrovamenti dei “diari” di Stefania, Nia per chi legge il libro, appunti presi su pagine sparse in tutta la casa, andrebbero a ricomporre parzialmente i tasselli di questo puzzle grottesco. Le sorelle Tupputi, fedeli professanti della religione, ex insegnanti della stessa presso scuole ed amate da tutti coloro che le conoscevano, all’improvviso lasciano Barletta, la loro città natale per rifugiarsi un quella villa solitaria. Il motivo principale della “fuga” sembra essere la persecuzione di un vicino ma le prove addotte sono prive di peso. Stefania, Carla e Angela letteralmente spariscono dal mondo “civile” per rinchiudersi volontariamente in una sorta di clausura, via da tutto e da tutti.  L’attaccamento alla religione, ai dogmi ed alla preghiera le fa allestire una cappella con un altare, sedie per professare messe, quindi teoricamente per ospitare anche dei fedeli dopo il ritrovamento di un’ostia che esse conservano come una reliquia in un ostensorio, quasi fosse un dono divino. I Carismatici si riuniscono alla villa e Stefania è quella che più di tutti manifesta una sorta di attivo misticismo religioso, un dono forse o una maledizione, che si manifesta sotto forma di frasi in lingue sconosciute, visioni ed azioni apparentemente guidate dal Cielo. Di fatto ella detiene da anni un diario dove annota strani sogni, frasi, premonizioni, apparizioni e azioni che sembrano essere dettate dalla fede più ferma e profonda. Padre Pio, la Santa Madonna, Gesù e gli Angeli sembrano comunicare con lei attraverso manifestazioni che ella segue alla lettera anche quando Carla si ammala e peggiora di giorno in giorno, sino a spegnersi a causa di  un cancro che l’ha lentamene divorata. La fine delle riunioni con i Carismatici coincidono con l’inizio della malattia di Carla e mai Stefania chiede aiuto alla medicina, forse soggiogata dalla sorella maggiore; solo preghiere ed azioni apparentemente dettate dall’Altissimo, che però non sortiscono l’effetto desiderato. Tre mesi dopo la morte di Carla, spira anche Angela, probabilmente in seguito ad una caduta che aggrava progressivamente le sue condizioni sino al decesso. Ma al di là dei fatti orribili accaduti, ciò che l’autore si chiede è cosa in verità abbia reso così singolare ed unica la vicenda delle sorelle Tupputi: forse Nia e la sua solitudine così disumana o forse l’alito di morte che ha aleggiato sulla villa per tutto quel tempo? Dopo tutte quelle vicissitudini, altri fatti sostanzialmente inspiegabili accadono alla casa; un furto effettuato da ignoti, forse curiosi che una notte di fine agosto decidono di entrare nella “villa degli orrori” e vedere con i propri occhi il teatro di quella vicenda scabrosa, volendo forse trafugare un “souvenir”, di fatto un armadio pieno di cianfrusaglie e forse ancora pieno di appunti di Nia. Meno di ventiquattr’ore dopo il furto, qualcuno appicca un incendio alla villa, forse gli stessi che sono entrati il giorno prima in essa; il rogo distrugge tutto al di fuori della piccola cappella e in quell’occasione cala definitivamente il sipario sulla storia. Ma perché, si chiede Giampaolo Balsamo, questo accanimento anche dopo il ritrovamento dei corpi e di Nia, unica superstite? Forse interessi, manipolazioni e situazioni oscure gravitavano attorno la villa di contrada Antenisi? “Forse” è l’unica parola che ormai gravita attorno alla vicenda…
Nessun reato viene attribuito a Nia e nessuno ha saputo fornire una risposta né una spiegazione plausibile alla vicenda che ha avuto echi ridondanti in tutta Italia ed anche in Europa.  Una soluzione per ora non esiste, anche se forse si sarebbe potuto fare qualcosa se qualcuno fosse venuto a conoscenza della situazione allucinante nella quale vivevano le sorelle Tupputi. Una vicenda di grande indifferenza quindi, di distacco umano. Come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Nessuno di coloro che frequentavano il gruppo di preghiera della villa si è mai minimamente reso conto della situazione o forse non ha voluto vedere, facendo finta di nulla o ancora più semplicemente, disinteressandosene. A distanza di tempo, Stefania Tupputi si è ripresa ed è ospite di una struttura della quale l’autore non rende noto il nome per rispetto della donna stessa. Stefania adesso ha bisogno di riprendere la sua vita…se mai potrà, dopo ciò che ha vissuto in prima persona…
Un libro sconvolgente, che mi ha fatto riflettere sulle situazioni di disagio che molte volte ci circondano, così vicine a noi ma spesso invisibili; forse siamo addirittura noi stessi che rifiutiamo di vederle, di aprire gli occhi e di affrontarle. Un libro scritto in maniera cruda e semplice, preciso nella sua descrizione eppur triste e malinconico. Un libro che io consiglio vivamente di leggere per osservare una realtà che può sembrare raccapricciante, non frutto di fantasia bensì   uno spaccato di vita vissuta, agghiacciante nella sua veridicità…
Simona Liubicich
Dal blog di Irene Pecikar "Tuttosuilibri" il mio reportage sul Women's Fiction Festival

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