sabato 31 ottobre 2015

Festa di Ognissanti: le origini
Simona Liubicich




Perché non è solo Halloween.
Perché è giusto divertirsi, ma anche ricordare le nostre festività religiose.
Andiamo a vedere la nascita di questa festa cattolica inserita nella Costituzione Italiana il 1 giugno 1949 e torniamo indietro nel tempo

Ognissanti è la festa cattolica di onoranza a tutti i Santi, non solo quelli iscritti nel Martilogio Romano e nel Calendario delle singole chiese, ma tutti coloro che sono glorificati in Paradiso. All'inizio, questa ricorrenza era dedicata ai soli martiri. Le prime testimonianze scritte risalgono a Tertulliano e Gregorio di Nizza, ma sono gli scritti di Sant’Ephraem, morto nel 373 d. C., che forniscono la certezza della Festa celebrata in onore dei martiri della terra il tredici maggio.
Dobbiamo recarci nel Nord Europa sino a Roma, il 13 maggio del 609 d.C., quando papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon alla Vergine Maria e a tutti i martiri. Come siamo giunti al 1 novembre? La risposta esiste. Sembrerebbe che fin dall’800 d.C, il consigliere di Carlo Magno, Alcuino, stabilì la solennità di tutti i Santi in quella data, celebrandola con una festa di tre giorni e cercando di cristianizzare quella che era la festa pagana del Capo dell’anno celtico che cadeva proprio in quei giorni. Successivamente, nel VII secolo, papa Gregorio II sancì la data del primo novembre, forse per farla coincidere con l’antica festa celtica di Samhain. Bonifacio IV tentò di trasformare ufficialmente la festa, ma non vi riuscì. 
La commemorazione dei defunti del 2 novembre fu istituita nel 998 d.C. dall' abate Odilone di Cluny che ordinò di celebrare il rito dei defunti partendo dal Vespro del primo di novembre.  "Pro requie omnium defunctorum" fu l'usanza che si diffuse attraverso l’Europa cristiana, istituzionalizzata ufficialmente da papa Gregorio IV. Papa Sisto, nel 1474, rese obbligatoria tale solennità in tutta la Chiesa d’Occidente e il 1 giugno 1949 la Costituzione italiana inserì il giorno di Ognissanti tra quelli festivi. Oltre l’Italia, anche Austria, Belgio, Spagna, Francia, Grecia e Lussemburgo hanno istituito questa celebrazione.





venerdì 30 ottobre 2015

La leggenda di Halloween
di Simona Liubicich



Vi siete mai chieste il perché di tutte quelle zucche ad Halloween?
Chi conosce davvero la storia di questa festa simpatica?
Andiamo a scoprirlo insieme!
Il simbolo di Halloween per eccellenza è una zucca nella quale si intaglia un volto, di solito dall'aria spaventosa e illuminato da una candela al suo interno. Le origini risalgono al folklore irlandese e dalla leggenda di Stingy Jack, una schiena dritta, un pessimo carattere e sempre dal gomito sollevato

Una sera di Ognissanti, dopo l’ennesima sbronza, il diavolo andò da lui con l'intenzione di portarlo con sé, prendendo possesso della sua anima nera. Jack chiese al Diavolo il permesso di bere almeno un ultimo goccetto e il signore del male accettò. Dopo aver bevuto, la canaglia si lamentò di non avere soldi per pagare la consumazione, così chiese al diavolo di trasformarsi in una moneta. Detto fatto, Jack prese la moneta e se la mise nel portafoglio. Esso aveva una croce ricamata sopra, fatto che impediva al demonio di potersi ritrasformare. Così, per riottenere la libertà, accettò il patto che Jack gli propose: posticipare di un anno la sua morte.

La vigilia di Ognissanti seguente, Lucifero si ripresentò a Stingy che gli propose un'altra scommessa: se il diavolo saliva su un albero, non sarebbe più riuscito a scendere. Questi accettò e salì su un albero nelle vicinanze, ma Jack incise sulla corteccia una croce, impedendogli così di saltare giù. Jack aveva vinto di nuovo, così propose al diavolo un patto: avrebbe cancellato la croce se lui si non lo avesse cercato mai più. Così Lucifero fece

Dopo circa un anno, Jack morì. Giunto alle porte del Paradiso, fu cacciato perché aveva condotto una vita troppo densa di peccati. Si presentò così all’Inferno, ma il diavolo lo respinse, offeso per i raggiri passati dell’uomo. Gli donò una torcia infuocata per vagare nell'oscuro limbo e Jack, ancora una volta, si ingegnò per far durare a lungo quella luce riponendola in una rapa svuotata e ottenendo una lanterna. Da allora, ogni notte della vigilia di Ognissanti è possibile scorgere la fiamma di Jack che vaga alla ricerca della sua strada.
Jack fu soprannominato Jack O’Lantern.
Avrete notato
 che si parla di una rapa e non di una zucca. Semplice: gli irlandesi sbarcati in America non ebbero più a disposizione le affezionate rape e ricorsero alle zucche, reperibili nella nuova terra e molto più grandi.
BOOOOOOOOO!




venerdì 23 ottobre 2015

Leggiamo con Simona 


Il periodo Vittoriano


Di solito viene chiamata "epoca vittoriana" non solo il periodo di regno della regina Vittoria, ma anche quello successivo, diversi anni dopo. Possiamo definire età vittoriana tutto il periodo che va dall'incoronazione della regina sino all'inizio della prima guerra mondiale.



L'età vittoriana fu un periodo di grandi cambiamenti e allo stesso tempo un processo di democratizzazione. Grande libertà venne concessa ai cattolici, che, raggruppati nel "Movimento di Oxford", domandò e ottenne maggiori diritti sociali.
La classe media venne favorita dai nuovi progressi industriali e riuscì a ottenere maggior potere e questi miglioramenti diffusero una ventata di ottimismo in tutto il regno. Purtroppo, non tutto quello che luccica è oro, così, a causa di speranze troppo diffuse, la gente iniziò a ignorare i problemi che affliggevano l'Inghilterra. Anche se l'epoca vittoriana viene ricordata come un periodo di sviluppo e di prosperità, la povertà e la malattia furono frequentemente diffuse, soprattutto tra le classi inferiori.
Le persone che vivevano nelle baraccopoli, ad esempio, lamentavano problemi di salute. La povertà era considerata alla pari di un crimine e non era raro che i poveri venissero arrestati lungo le strade e tenuti in carcere con la sola accusa di "essere poveri, inoltre, gli insegnanti della scuola potevano infliggere punizioni corporali agli studenti.



I progressi compiuti nel settore industriale, economico e letterario andavano in contrasto con povertà e la corruzione. Fu a causa di ciò che le persone appartenenti alle classi superiori iniziarono a opporsi contrappindendo una morale rigorosa: il cosiddetto "compromesso Vittoriano".
Il Parlamento introdusse, in quegli anni, alcune riforme a scipo umanitario cercando di migliorare le condizioni sociali delle persone povere. Grande importanza detenne l' "Evangelizzazione", che favorì cambiamenti come l'abolizione di alcuni spettacoli pubblici e l'osservanza della Domenica.
L'età vittoriana fu estremamente puritana. Il sesso divenne un tabù e tutte le parole che avevano ispirazione anche solo vagamente sessuale furono abolite dal linguaggio usuale. La famiglia vittoriana divenne un esempio di rispettabilità: il padre autoritario e la mite madre. Le famiglie erano numerose e le donne dovevano essere fragili e innocenti, sottomesse al marito ed esempi di virtù. Il puritanesimo in crescita nel paese iniziò a influenzare anche l'abbigliamento, diventando molto formale.

La poesia vittoriana
L'età vittoriana fu caratterizzata da numerosi progressi dell'industria e della tecnologia. Come riflesso di questo sviluppo industriale, ebbe luogo una profonda crisi della tradizionale fede religiosa, sostituita da una fede quasi cieca nella scienza.
La scienza sembrava essere il nemico principale della fede e anche della poesia, che insieme alla fede, era solita esaltare la bellezza della natura come la prova dell'esistenza di un Creatore benevolo.
I poeti e scrittori più famosi dell'epoca vittoriana furono Tennyson e Browning, diversi nelle loro caratteristiche letterarie, ma simili nei loro atteggiamenti (erano entrambi fortemente interessati ai numerosi problemi sociali del loro periodo).
Le caratteristiche più importanti della poesia vittoriana furono:

1) Reazione ad ogni tipo di standard.
2) Continuazione delle idee romantiche.

3) Un distacco dell'artista da ogni regola etica.
Le nuove idee di questo periodo hanno le loro radici nella "Confraternita pre-raffaelita", fondata nel 1848. I Preraffaelliti volevano tornare alla natura, un ritorno alla passata semplicità piena di misticismo del Medioevo, quando c'erano valori importanti e gli uomini avevano ancora la loro creatività.


Simona Liubicich
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